Luce blu: è davvero pericolosa per i nostri occhi?

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Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un notevole incremento nell’esposizione alla luce blu, soprattutto a causa dell’utilizzo sempre più diffuso di smartphone, tablet e computer. Questo fenomeno sta sollevando molti dubbi e preoccupazioni circa gli effetti potenzialmente dannosi che la luce blu può avere sul nostro sistema visivo. Le evidenze scientifiche possono venirci incontro per comprendere la natura della luce blu, il meccanismo con cui essa interagisce con i nostri occhi e il rischio associato ad una sua sovraesposizione a questa componente luminosa, permettendoci di adottare comportamenti adeguati per salvaguardare la nostra salute visiva.

Cos'è la luce blu?

La luce visibile è l’insieme delle radiazioni a cui i nostri occhi sono sensibili; quelle comprese tra i 400 e i 700 nanometri dello spettro elettromagnetico (del quale fanno parte anche le onde radio, gli infrarossi, i raggi UV, i raggi X e i raggi γ, che però, appunto, non sono visibili). Nell’intervallo delle lunghezze d’onda della luce visibile, siamo in grado di percepire il colore blu, giallo, verde, arancione, rosso e violetto. La luce blu si colloca proprio all’interno dello spettro del visibile ed è emessa sia da fonti naturali, come il sole (che eroga una quantità di luce blu compresa tra il 24% e il 30% del totale), sia da fonti artificiali. Tra queste ultime, la tecnologia LED è oggi la maggior erogatrice artificiale di luce blu, ed è utilizzata per l’illuminazione domestica, architettonica e stradale, oltre ad essere presente nella quasi totalità dei dispositivi elettronici. La luce blu rappresenta la banda di radiazione luminosa a più alta energia all’interno dello spettro di luce visibile ed è suddivisa in due categorie: blu-turchese e blu-violetto, quest’ultima, con energia più elevata, è capace di penetrare attraverso le strutture oculari raggiungendo la retina.

Gli effetti della luce blu sugli occhi

Nella società attuale i dispositivi elettronici non sono più strumenti utilizzati solo per motivi di lavoro e di studio, ma anche – e in alcuni casi soprattutto – mezzi di intrattenimento e svago, in particolare tra gli adolescenti e i giovani adulti. Questa abitudine, a lungo andare, comporta una sovraesposizione degli occhi alla luce blu, con possibili rischi su alcune delicate strutture oculari. La luce blu, infatti, è una radiazione ad alta energia e per questo responsabile di effetti fotochimici, cioè di tutte quelle reazioni chimiche che generano radicali liberi, che a loro volta inducono un danno biologico alle cellule. La prima struttura oculare colpita dalla luce blu è la cornea: dopo una prolungata sovraesposizione agli schermi, può manifestarsi un affaticamento visivo nel quale gli occhi diventano rossi e lacrimano, spesso con presenza di cefalea, sintomi che possono aggravare un quadro già esistente di secchezza oculare. Anche il cristallino è colpito dalla luce blu, che viene assorbita dai componenti proteici di cui è composto portando ad un progressivo ingiallimento della lente e insorgenza di cataratta. La luce blu, infine, raggiuge la retina, il tessuto più delicato dell’occhio, costituito da coni e bastoncelli, le cellule fotorecettrici che catturano la luce e la trasformano in informazione visiva. Sulla retina la luce blu provoca stress ossidativo, con formazione di composti nocivi che riducono la vitalità delle cellule retiniche contribuendo al rischio di insorgenza di diverse patologie oculari.

Gli occhiali con filtri anti-luce blu sono davvero utili?

Gli effetti a breve termine riconducibili ad una prolungata e costante esposizione agli schermi digitali sono rappresentati da sintomi di affaticamento visivo e risultano ancor più accentuati nei casi in cui questa condizione sia anche una spia di allarme per un vizio di refrazione non corretto (miopia, ipermetropia, astigmatismo). In tutti questi casi può essere necessario indossare lenti correttive con sistemi di protezione anti-luce blu. Questi consistono in specifici rivestimenti applicati sulla superficie anteriore e posteriore della lente, volti a ridurre la quantità di luce blu in grado di colpire gli occhi e alleviare l’affaticamento visivo. Tuttavia, nonostante la rapida diffusione di questi strumenti, per la comunità scientifica non ci sono ancora prove consistenti dell’effetto benefico sull’affaticamento oculare e sulla prevenzione delle patologie oculari correlate allo stress ossidativo. La retina è normalmente ricca di molecole antiossidanti come la luteina, la zeaxantina e i carotenoidi, che filtrano la luce blu e sono particolarmente abbondanti in alimenti quali la frutta e la verdura. Questi composti rappresentano una difesa naturale contro i danni fotochimici a cui sono esposti i nostri occhi, tuttavia, fattori di rischio come il fumo, un’alimentazione povera di antiossidanti e l’esposizione ai raggi UV, hanno la capacità di ridurre questa importante riserva di antiossidanti naturali. Per questo motivo seguire una dieta sana ed equilibrata, unita a corrette abitudini, come ad esempio evitare l’utilizzo prolungato degli schermi e indossare lenti da sole con filtri UV certificati, può aiutare a ridurre i fenomeni di fotossidazione, contribuendo a preservare la salute degli occhi.

Curiosità: come la luce blu influenza il riposo

La luce blu svolge un ruolo importante non solo nel sistema visivo ma anche nel controllo di alcune funzioni dell’organismo, fra cui l’appetito e la regolazione del ciclo sonno-veglia. Ciò spiega perché esposizioni prolungate ed eccessive ai dispositivi digitali prima di coricarsi possono comportare disturbi del sonno e alterazioni dell’umore. È consigliabile per questo motivo limitare l’esposizione ai dispositivi digitali prima di andare a dormire, evitando così di compromettere il riposo notturno.

Conclusione

Sebbene restino aperti interrogativi sull’effetto dell’esposizione degli occhi alla luce blu nel lungo periodo e sugli effetti benefici delle lenti anti-luce blu, una dieta ricca di antiossidanti come luteina e zeaxantina può senz’altro contribuire a ridurre i livelli di fotossidazione nella retina, contribuendo così alla prevenzione di molte patologie oculari.

Dr. Alessia Bottoni
Biotecnologa e Ortottista esperta in Dry Eye

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