Maculopatia atrofica

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Il termine “maculopatia” indica una condizione patologica che interessa la macula, la parte della retina più centrale e ricca di fotorecettori e per questo responsabile della visione centrale, ossia la visione fine e dettagliata che ci permette di leggere, riconoscere i volti delle persone, eseguire lavori di precisione e guidare l’auto.

La maculopatia atrofica è la forma più comune di maculopatia senile (legata all’invecchiamento) ed è caratterizzata dalla presenza di drusen, evidenziabili all’esame del fondo oculare come piccole macchioline giallastre.

La maculopatia atrofica determina una progressiva alterazione della macula e atrofia e morte cellulare dei fotorecettori (coni e bastoncelli).

Quali sono i sintomi?

Nei pazienti affetti da maculopatia atrofica allo stadio iniziale, i sintomi possono essere assenti o lievi.

Nella fase intermedia, invece, possono comparire sintomi quali:

  • Visione sfuocata, distorta o ondulata;
  • Percezione alterata dei colori;
  • Perdita di contrasto;
  • Difficoltà di adattamento visivo nel passaggio tra luce e ombra;
  • Fotofobia.

Allo stadio terminale, noto come atrofia geografica, si percepisce un’area scura o mancante al centro della visione (scotoma centrale) e si ha la perdita della visione centrale. In questo stadio risulta difficile, se non impossibile, eseguire lavori di precisione, guidare e, spesso, riconoscere i volti delle persone.

Quali sono i rischi?


La maculopatia atrofica determina la perdita progressiva della visione centrale. Il danno visivo causato da questa patologia è purtroppo irreversibile ed è tanto più grave quanto maggiore è l’area della macula coinvolta nell’alterazione strutturale.

In alcuni casi la maculopatia atrofica può dar luogo a fenomeni localizzati d’infiammazione che innescano l’insorgenza della maculopatia essudativa, molto più aggressiva e a rapida evoluzione rispetto alla forma atrofica.

Come si diagnostica?

La maculopatia atrofica può essere diagnosticata e monitorata mediante esami strumentali quali la tomografia a coerenza ottica ad alta risoluzione (HR-OCT).

L’eventuale evoluzione verso la forma essudativa può essere evidenziata grazie all’ angiografia a fluorescenza (FAG) e all’ angiografia con verde indocianina (ICGA).

Dopo i 50 anni d’età è molto importante sottoporsi a controlli oculistici regolari con monitoraggio accurato della retina. In questo modo è possibile evidenziare l’eventuale presenza di maculopatia atrofica, che negli stadi iniziali può essere asintomatica, monitorarne la progressione e, in caso di evoluzione verso la forma essudativa, ricorrere immediatamente al trattamento più adeguato, salvaguardando così la visione.

Fattori di rischio

Esistono diversi fattori di rischio per la maculopatia, tra questi i più importanti sono l’età avanzata, la suscettibilità genetica, il fumo di sigaretta, l’eccessiva esposizione ai raggi UV senza adeguate protezioni per gli occhi, un’alimentazione squilibrata (troppo ricca di grassi animali e povera di verdure e sostanze antiossidanti), l’ipercolesterolemia, l’ipertensione sistemica non controllata, la mancanza di esercizio fisico.

La presenza di un fattore di rischio genetico può essere evidenziata mediante un test genetico in grado di rilevare l’eventuale la presenza di suscettibilità genetica. In questo caso la consulenza di un genetista esperto può offrire al paziente un programma di prevenzione personalizzato mirato all’abbassamento del rischio d’insorgenza della patologia.

Prevenzione e trattamento


Lo studio clinico AREDS2 ha dimostrato come l’assunzione di integratori alimentari contenenti elevate dosi di vitamina C, vitamina E, luteina, zeaxantina, zinco e rame sia efficace nel ridurre del 25% il rischio di progressione della maculopatia atrofica verso lo stadio evoluto (atrofia geografica o maculopatia essudativa).
 

Lo studio clinico LEAD ha dimostrato l’efficacia del laser sotto-soglia a nanosecondi nel rallentare la progressione della maculopatia atrofica allo stadio iniziale e intermedio verso gli stadi più avanzati di atrofia geografica o di maculopatia essudativa. Il laser ha efficacia nel 76% dei pazienti trattati, selezionati per idoneità al trattamento e assenza di pseudodrusen reticolari.
 

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