Chirurgia refrattiva

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La chirurgia refrattiva è una tecnica chirurgica che impiega un laser per “scolpire” la cornea, modificandone la curvatura – e quindi il potere di messa a fuoco – al fine di eliminare o ridurre in modo definitivo i difetti refrattivi quali la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo.Esistono diverse tecniche di chirurgia refrattiva che si avvalgono di laser differenti e presentano modalità di esecuzione che possono adattarsi più o meno bene a seconda delle caratteristiche e delle esigenze dei pazienti.

PRK

La cheratectomia fotorefrattiva (PRK) è una tecnica di chirurgia refrattiva che rimodella la curvatura della cornea utilizzando un laser a eccimeri. Il laser viene applicato sulla parte esterna della cornea dopo avere rimosso lo strato epiteliale più superficiale.

Per potersi sottoporre alla PRK il paziente deve osservare un protocollo di preparazione. I portatori di lenti a contatto devono astenersi dall’indossare le lenti per almeno 10 giorni prima dell’intervento. Il giorno dell’intervento l’occhio del paziente viene trattato con colliri anestetici e disinfettanti e, una volta pronto, il paziente è invitato a prendere posto sul lettino operatorio per procedere all’esecuzione dell’intervento.

L’occhio del paziente è mantenuto aperto per l’intera durata della procedura grazie all’applicazione di un blefarostato. La procedura ha inizio con la rimozione dello strato epiteliale superficiale della cornea utilizzando una soluzione alcolica, in seguito si procede con la parte chirurgica vera e propria, che generalmente dura meno di un minuto. 

Durante l’applicazione del laser il paziente deve fissare una mira luminosa per tenere la cornea più ferma possibile; contemporaneamente un meccanismo denominato eye-tracking assicura la precisione del trattamento anche in caso di perdita di fissazione e spostamenti involontari dell’occhio.

A fine intervento sulla cornea dell’occhio operato viene applicata una lente a contatto terapeutica, che facilita la riepitelizzazione e la guarigione della cornea trattata.

Dopo la PRK il paziente deve indossare la lente a contatto terapeutica per circa 4-5 giorni e contemporaneamente seguire una terapia farmacologica topica a base di colliri. Generalmente il fastidio post-operatorio è facilmente tollerabile, ma nel caso dovesse diventare particolarmente intenso il paziente può assumere degli antidolorifici. Durante il periodo di guarigione il paziente deve stare attento a non strofinare l’occhio operato per evitare di causare traumi involontari.

La prima visita di controllo è prevista 24 ore dopo l’intervento, la seconda visita dopo ulteriori 4-5 giorni, quando la lente a contatto terapeutica può essere rimossa. In questa fase il paziente percepisce già un discreto recupero visivo senza l’utilizzo di alcun mezzo correttivo. Il recupero visivo completo si ottiene tuttavia gradualmente, nel periodo successivo, con tempistiche che possono variare da paziente a paziente.

La PRK è stata la prima tecnica di chirurgia refrattiva ad essere eseguita sull’uomo e, a oltre 35 anni dal suo esordio, è considerata oggi tra le procedure oftalmologiche con lo standard di efficacia e sicurezza più elevato, purché eseguita su pazienti selezionati e privi di particolari rischi di complicanze a carico della cornea.

Per garantire a ogni paziente la massima efficacia e sicurezza, uno step di fondamentale importanza è quello della valutazione dell’idoneità del paziente alla PRK, che richiede un’analisi approfondita di una serie di parametri anatomici, funzionali e fisiologici dell’occhio mediante esami diagnostici specifici non-invasivi, quali l’interferometria, la topografia corneale, la pachimetria ottica e ultrasonica, la pupillometria statica e dinamica e l’analisi tomografica degli strati corneali

Verificare l’assenza di fattori di rischio per determinate patologie corneali, in particolare quelle su base genetica, è altresì fondamentale per abbassare i rischi di complicanze post-PRK. L’eventuale presenza di rischio genetico per una patologia corneale può essere valutata mediante l’esecuzione di un test genetico.

iLasik

L’iLasik è una tecnica di chirurgia refrattiva introdotta successivamente alla PRK. Questa procedura si avvale anch’essa di un laser a eccimeri, ma in questo caso l’azione di rimodellamento della cornea è indirizzata sulla sua parte più interna, lo stroma corneale, previo allontanamento temporaneo di un lembo di epitelio (flap corneale). Questa tecnica ha il vantaggio che il paziente non deve attendere la riepitelizzazione della cornea, come nel caso della PRK, e va incontro a una guarigione molto rapida e un recupero visivo immediato, in completa assenza di fastidio post-operatorio.

Nei 10 giorni che precedono l’intervento di iLasik il paziente deve evitare di indossare lenti a contatto. Il giorno dell’intervento l’occhio da operare viene trattato con colliri anestetici e disinfettanti e quando la preparazione è terminata il paziente è invitato a posizionarsi sul lettino operatorio per l’esecuzione dell’intervento.

Prima di iniziare l’intervento, al paziente viene applicato un blefarostato per mantenere l’occhio aperto durante tutta la procedura. Successivamente si procede con la creazione del flap corneale, eseguendo un’incisione circolare incompleta nella parte anteriore e centrale della cornea. L’incisione circolare incompleta permette al sottile strato di cornea delimitato dall’incisione di essere sollevato e capovolto – lasciando lo stroma esposto all’applicazione del laser – restando comunque attaccato alla cornea.

 

Oggi il flap corneale viene realizzato utilizzando un laser a femtosecondi, in grado di praticare un’incisione a pochi micron di profondità dalla superficie della cornea, inducendo una separazione meccanica del flap mediante la formazione di microbolle. Il laser a femtosecondi è inoltre in grado di creare nel flap dei lembi a cerniera, che consentono il perfetto riposizionamento del flap corneale alla fine della procedura.

 

Una volta creato e capovolto il flap corneale, l’occhio è pronto per l’intervento vero e proprio, quindi il paziente viene traslato insieme al lettino operatorio sotto al laser a eccimeri. Il rimodellamento della cornea con il laser segue un programma impostato preventivamente in base ai parametri dell’occhio acquisiti durante le visite pre-operatorie. Al paziente viene chiesto di guardare una mira di fissazione per tutta la durata dell’intervento al fine di evitare di muovere l’occhio, contemporaneamente un sistema di sicurezza computerizzato permette l’applicazione precisa del laser anche in caso di movimenti involontari dell’occhio.

 

Al termine della procedura, il flap corneale viene accuratamente ricollocato nella sua posizione originale con l’ausilio di una spatola. La presenza dei lembi a cerniera permette un riposizionamento estremamente preciso.

Il post-operatorio dell’iLasik è di gran lunga meno impegnativo rispetto a quello della PRK, poiché questa procedura non prevede l’eliminazione dello strato epiteliale della cornea e quindi non vi è necessità di indossare una lente a contatto terapeutica per promuovere la guarigione della cornea stessa. Per tale motivo il post-operatorio dell’iLasik risulta privo di qualsiasi fastidio o discomfort oculare.

L’efficacia e la sicurezza dell’iLasik sono molto elevate, tuttavia è sempre necessario valutare attentamente l’idoneità di ogni candidato a questo tipo di procedura.

 

L’idoneità del paziente deve essere valutata tenendo in considerazione diversi parametri anatomico-funzionali e fisiologici dell’occhio misurati mediante interferometria, topografia cornealepachimetria ottica e ultrasonica, pupillometria statica e dinamica e analisi tomografica degli strati corneali. Oggigiorno è consigliabile anche l’esecuzione di un test genetico in grado di evidenziare l’eventuale presenza di fattori di rischio genetici per patologie ereditarie della cornea, per le quali l’intervento potrebbe rappresentare un fattore scatenante importante.

 

L’iLasik rappresenta un’evoluzione rispetto alla PRK, tuttavia non tutti i pazienti sono idonei a questo tipo di procedura. La scelta del tipo di chirurgia refrattiva da utilizzare per ogni specifico candidato, iLasik o PRK, deve essere valutata dall’oculista in base ai parametri anatomici dell’occhio misurati durante le visite pre-operatorie.

 

Se i pazienti sono opportunamente selezionati, l’iLasik è caratterizzata da un livello di sicurezza estremamente elevato, ineguagliabile nel campo della chirurgia oculare, e permette di conseguire risultati prossimi al 100% rispetto agli obiettivi prefissati.

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