Occhio secco: perché in inverno da più fastidio?

Perché durante l'inverno l'occhio secchio si acutizza?

La sindrome dell’occhio secco, anche definita Dry Eye Disease, è una condizione oculare descritta da uno squilibrio lacrimale che causa infiammazione a carico della superficie oculare. La lacrima è un liquido sterile e trasparente che lubrifica i nostri occhi conferendo al tempo stesso amminoacidi ed elettroliti con funzione di nutrimento. Molto spesso può essere prodotta una quantità insufficiente di lacrima o la stessa può evaporare troppo velocemente dalla superficie oculare lasciando gli occhi asciutti. 

Si insinua così una condizione infiammatoria che induce la comparsa di bruciore e rossore oculare, sensazione di corpo estraneo e visione sfuocata. La sindrome dell’occhio secco è una condizione che spesso se non diagnosticata e trattata correttamente può facilmente virare verso la cronicità. È importante, dunque, conoscere tutti i fattori che possono indurre alterazioni del film lacrimale. 

Le cause che possono predisporre alla secchezza oculare possono dipendere da fattori esogeni (pregressa chirurgia oculare, uso di lenti a contatto, esposizione protratta su dispositivi elettronici, congiuntiviti primaverili, alimentazione non equilibrata), o endogeni (menopausa, sesso femminile, tiroiditi, disbiosi intestinale). Non di rado molte carenze vitaminiche, soprattutto di vitamina D, possono celarsi dietro l’insorgenza di secchezza oculare soprattutto nella stagione fredda. 

L’inverno porta con sé l’abbassamento delle temperature e l’arrivo delle piogge che costringe molte persone a trascorrere un maggior numero di ore in ambienti chiusi non solo per lavoro ma anche per lo svolgimento dell’attività fisica. A dispetto di giardini e grandi parchi si prediligono palestre e centri sportivi. La quantità di luce solare si riduce drasticamente accompagnandosi spesso ad una riduzione dei livelli di vitamina D nel nostro organismo.

La vitamina D: una panoramica

La vitamina D è una molecola liposolubile che si forma nella nostra pelle a partire dall’azione dei raggi solari. Il sole, infatti, colpendo la nostra pelle, induce una reazione di fotolisi che consente di convertire un precursore del colesterolo presente nella forma inattiva della vitamina D (previtamina D3). Quest’ultima viene successivamente metabolizzata ed attivata. 

L’importanza della vitamina D è ormai ampliamente documentata dalla letteratura scientifica, e rappresenta un vitamero cruciale per il benessere del nostro organismo. L’azione biologica di questa vitamina è evidente sul tessuto osseo, dove la molecola regola i livelli di calcio, e sul pancreas, dove regola la normale secrezione di insulina e allo stesso tempo favorisce il riassorbimento di calcio nei reni. Svolge un ruolo importante anche su ghiandole mammarie, salivari e sulla ghiandola tiroide. Il ruolo della vitamina D assume importanza anche sul sistema immunitario dove riduce la sintesi di mediatori dell’infiammazione. Per questo motivo spesso alla base di patologie autoimmuni c’è una carenza di vitamina D. 

La vitamina D per il benessere degli occhi

La vitamina D contribuisce al benessere non solo di strutture come intestino, ossa e reni, ma anche dei nostri occhi. In molte strutture della superficie oculare, sono presenti recettori, proteine specializzate presenti sulle nostre cellule, ai quali la vitamina si lega per svolgere le sue funzioni biologiche. La produzione basale di ormoni estrogeni è inoltre fortemente regolata dalla vitamina D. Gli stessi recettori sensibili alla vitamina D e presenti su congiuntiva e ghiandole di Meibomio, sono sensibili anche alle fluttuazioni dei livelli ormonali che si riscontrano soprattutto nel sesso femminile nel periodo menopausale. Conseguentemente bassi livelli di vitamina D nell’organismo si riflettono sulla superficie oculare attraverso la comparsa di sintomi riconducibili all’occhio secco. La vitamina D mostra effetti riparativi anche nel migliorare le giunzioni tra le cellule, rafforzando la barriera cellula-cellula stimolando al tempo stesso la produzione di specifiche proteine (catelicidine D) che inducono la guarigione di processi infiammatori. Un recente studio scientifico conferma come la vitamina D sulla superficie oculare sia capace di diminuire i mediatori dell’infiammazione. L’occhio secco è una condizione multifattoriale perché dipesa da una varietà di fattori ambientali, stili di vita e condizioni di salute predisponenti. Caratteristica del Dry Eye è la presenza di uno stato infiammatorio della superficie oculare causato da uno squilibrio lacrimale. In questo riveste un ruolo importante l’azione della vitamina D che permette la diminuzione delle cellule infiammatorie attraverso gli stessi meccanismi che sono coinvolti in condizioni immunitarie (artrite reumatoide). L’infiammazione della superficie oculare, infatti, è spesso il primo segno che induce ad un’evaporazione della lacrima dalla cornea, lasciando gli occhi asciutti. Si avverte, dunque, bruciore oculare e sensazione di corpo estraneo. 

Cosa Fare?

I livelli di vitamina D nel nostro organismo tendono fisiologicamente a ridursi nel periodo autunnale e invernale a seguito di una minore esposizione alla luce solare. È possibile reintegrarla attraverso l’alimentazione e all’assunzione di integratori di vitamina D. 

Alimentazione

La sintesi di vitamina D è largamente influenzata dall’età, condizioni di salute, dall’esposizione alla luce solare ed in ultimo, non per importanza, dall’alimentazione. Seguire una dieta bilanciata rappresenta la base per la prevenzione di molte patologie sistemiche. In particolare, una corretta dieta mediterranea consente di assumere, nelle opportune dosi, una giusta varietà di nutrienti come vitamine, minerali, fibre, proteine, carboidrati che è opportuno differenziare, evitando il più possibile acidi grassi saturi e farine raffinate. Nello specifico, alcuni alimenti, più di altri, hanno un maggiore quantitativo di vitamina D rispetto ad altri. In particolare, nell’intenzione di aumentare l’assunzione dei cibi con un elevato quantitativo di vitamina D, è opportuno assumere alimenti come:

  • pesce, in particolare aringhe, tonno, sgombro, salmone, pesce spada, trota; 
  • uova, dove, però, la vitamina D è presente in percentuali molto basse; 
  • olio di fegato di merluzzo di cui risulta particolarmente ricco di Vitamina D; 
  • latticini (yogurt) e formaggi; 
  • funghi secchi;
  • verdure a foglie scure e larghe (broccoli, cavoli ricci); 
  • cacao. 

È sempre consigliabile prediligere una cottura leggera per evitare la dispersione di importanti nutrienti. 

Integratori di vitamina D

Nei casi in cui si manifestano carenze importanti di vitamina D è consigliabile rivolgersi al proprio medico e valutare l’assunzione di integratore di vitamina D. 

I sostituti lacrimali per l’occhio secco

In presenza di sintomi di secchezza oculare è buona abitudine utilizzare lacrime artificiali. Esse rappresentano un valido aiuto per contrastare i primi segni di occhio secco per ripristinare una lacrima insufficiente o quando quest’ultima non risulta ben equilibrata. 

Alla luce di queste indicazioni, è buona norma seguire una dieta bilanciata e al tempo stesso cercare di spendere parte del proprio tempo libero all’aria aperta per sfruttare al meglio i benefici della vitamina D.

Dr. Alessia Bottoni

Biotecnologa e Ortottista esperta in Dry-Eye

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