Primi trattamenti della retina tra Italia e USA con il nuovo laser Navilas

Andrea Cusumano – Presidente della Macula & Genoma Foundation, fondazione no-profit situata a Roma – e Robin Ross – della Red Rover Ventures, no-profit con sede a Scottsdale (Arizona, USA) – hanno dimostrato che eseguire e ricevere diagnosi e trattamenti altamente specializzati per le malattie della retina, senza far spostare pazienti ed esperti dalle loro sedi di provenienza, è oggi una realtà concreta che può entrare a far parte della buona pratica clinica.

“Erogare e ottenere assistenza medica prescindendo dalla distanza fisica tra medico e paziente” è il principio fondamentale su cui si basa la telemedicina, branca medica che ha avuto uno sviluppo particolarmente significativo negli ultimi anni, anche in virtù della sua potenzialità di offrire una migliore risposta alla domanda di assistenza sanitaria, che nei Paesi industrializzati è in forte crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione.

La teleoculistica ha subito anch’essa un notevole impulso, ma più limitatamente alla parte della telediagnostica. Le criticità che hanno rallentato lo sviluppo e la diffusione del teletrattamento in oculistica sono state superate grazie all’introduzione del nuovo laser Navilas, che si avvale di tecnologie software e mediche di ultima generazione che lo rendono fruibile sia nella diagnostica per immagini che nel teletrattamento di diverse patologie della retina, tra cui l’edema maculare diabetico, la retinopatia diabetica proliferante, la degenerazione maculare legata all’età nella forma essudativa e in alcune varianti della forma atrofica, gli esiti delle trombosi venose, le degenerazioni retiniche periferiche, le rotture retiniche e alcune forme cronicizzate della corioretinopatia sierosa centrale.

Il 22 febbraio scorso, Andrea Cusumano e Robin Ross hanno posto una pietra miliare nella storia della teleoculistica, eseguendo i primi trattamenti della retina in modalità teleguidata tra Italia e USA. In questa seduta transoceanica sono stati trattati in totale tre pazienti, due a Roma e uno a Scottsdale, utilizzando due strumenti gemelli presenti nelle rispettive sedi. Gli interventi, rapidi e indolori, sono stati portati a termine con successo e hanno aperto la strada a nuovi progetti finalizzati alla realizzazione di una sanità più agile ed equa.

I due laser gemelli hanno permesso la condivisione in tempo reale delle immagini cliniche dei pazienti e la pianificazione condivisa dello schema di trattamento teleguidato ottimale per ogni paziente. Una volta definite, le pianificazioni terapeutiche sono state trasferite in modalità remota agli strumenti nelle sedi dei pazienti e ogni specialista ha dato il via all’esecuzione del trattamento pre-configurato per il paziente di sua competenza.

Con due o più laser navigati è possibile eseguire diagnosi e pianificare trattamenti estremamente delicati anche se solo uno degli specialisti possiede il know-how e l’esperienza necessari per eseguire tali mansioni. I laser navigati si avvalgono infatti di un sistema di sicurezza (eye-tracking) che garantisce un’esecuzione del trattamento perfettamente fedele dello schema terapeutico previamente stabilito dagli specialisti. Questo rappresenta una risorsa importantissima per i pazienti che devono subire trattamenti nell’area maculare, dove il minimo errore potrebbe causare danni importanti e irreparabili alla retina e alla visione.

I trattamenti eseguiti con il nuovo laser Navilas sono non solo più sicuri ma anche più precisi ed efficaci rispetto a quelli effettuati con i laser convenzionali. Andrea Cusumano e Robin Ross si stanno impegnando per la diffusione di questa tecnologia e per la creazione di centri di riferimento in Europa e, in futuro, anche nei Paesi tecnologicamente meno progrediti, per offrire non solo nuove possibilità terapeutiche alle loro popolazioni ma anche un know-how avanzato, mediante programmi educativi no-profit, ai loro oculisti.

Considerando che il laser navigato può essere impiegato nel trattamento di patologie retiniche molto diffuse – che in assenza di trattamento possono determinare gravi danni visivi e persino la perdita della visione – si comprende che la portata di questo progetto è immensa, perché significa mettere a disposizione il miglior know-how dell’oftalmologia mondiale per i pazienti che vivono in territori carenti di infrastrutture e risorse tecnologiche, o con gravi disabilità o condizioni economiche particolarmente svantaggiate. L’adozione del laser navigato e la creazione di centri di riferimento distribuiti in punti strategici in tutto il mondo permetterebbe di superare barriere geografiche, sociali ed economiche che fino ad oggi sono rimaste insormontabili.

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