Glaucoma e pressione intraoculare (IOP) sono strettamente correlati, infatti è noto che valori elevati di IOP possono danneggiare il nervo ottico e determinare l’insorgenza del glaucoma. In assenza di un trattamento adeguato, il glaucoma progredisce fino a causare un danno al nervo ottico, che si traduce in un restringimento graduale del campo visivo e infine la perdita irreversibile della visione.
Il glaucoma è una patologia multifattoriale e la sua insorgenza dipende, oltre che dalla pressione intraoculare, anche da diversi altri fattori, quali l’età, la familiarità, l’anatomia oculare ecc. La pressione intraoculare è però l’unico fattore controllabile e per questo motivo è considerata il punto cardine nella gestione della patologia glaucomatosa e tutte le terapie ad oggi esistenti – sia farmacologiche che chirurgiche – mirano ad abbassare la IOP.
Data l’importanza che viene attribuita alla pressione intraoculare per la diagnosi e la cura del glaucoma, la comunità scientifica ha iniziato a chiedersi se sia davvero corretto prendere decisioni cliniche basandosi unicamente sui valori di IOP rilevati nell’arco dei pochissimi secondi delle misurazioni effettuate durante le visite di controllo, ignorando tutto quello che accade nel resto dell’anno solare, che conta ben 31.536.000 secondi.
Recenti studi basati su una tecnica d’indagine innovativa denominata telemetria continua della pressione intraoculare hanno in effetti dimostrato che la IOP può variare significativamente nell’arco delle 24 ore, in base ai ritmi circadiani, alla stagione, alla temperatura, alla posizione del corpo, al tipo di attività svolta, al consumo di alcol ecc. Anche lo stress psicologico, la meditazione e indossare le mascherine FFP2 durante sforzi fisici possono influenzare i valori di IOP.
Diversi studi hanno mostrato che la pressione intraoculare aumenta durante il sonno e in posizione sdraiata e ciò è particolarmente vero nelle persone più anziane e in quelle già affette da glaucoma. Anche dormire su un fianco o a pancia in giù, avere il collo steso o flesso ecc. influisce sui valori della IOP e ciò è supportato dal fatto che nei casi di glaucoma asimmetrico la pressione intraoculare è tendenzialmente più alta nell’occhio corrispondente al lato su cui si dorme. Dagli studi è inoltre emerso che le variazioni di IOP potrebbero avere un ruolo molto importante nella fisiopatologia del glaucoma, al pari dei valori medi.
Sebbene questa teoria non sia ancora universalmente riconosciuta, la ricerca suggerisce che il monitoraggio della IOP nelle 24 ore della vita reale abbia un ruolo molto più importante nella corretta gestione del glaucoma rispetto ai singoli valori delle 2 o 3 misurazioni fatte in occasione delle visite oculistiche. Questa teoria è supportata dall’esistenza di molti casi di glaucoma in pazienti che presentano valori normali di IOP durante le visite di controllo.
Negli ultimi anni i ricercatori hanno sviluppato diversi tipi di lenti a contatto dotate di un sensore integrato in grado di rilevare le fluttuazioni della pressione intraoculare mentre sono indossate come normali lenti a contatto. Le diverse lenti progettate e costruite ad oggi si basano tutte su tecnologie estremamente avanzate ed alcune sono state testate in studi pre-clinici e clinici. Si spera che queste lenti intelligenti possano essere presto introdotte nella pratica clinica come metodo innovativo per il monitoraggio della IOP in modo continuo nelle 24 ore, che permetterà di gestire il glaucoma in modo più efficace e completo rispetto alla modalità utilizzata oggigiorno.
Una gestione migliore del glaucoma è auspicabile considerando che questa patologia è tra le principali cause di perdita irreversibile della visione nel mondo con più di un milione di pazienti affetti solo in Italia.
Dr. Jung Hee Levialdi Ghiron
Responsabile comunicazione scientifica Rome Vision Clinic